giovedì, Novembre 21

Per gli amanti del genere consigliamo un visita alle Catacombe di Parigi.
Parigi nelle sue viscere custodisce un affascinante (ed in parte inesplorato) mondo sotterraneo: in particolare nella zona sud della capitale ben 300 km di gallerie e cunicoli si snodano nel sottosuolo, a 25/30 metri di profondità, articolate su tre distinti livelli (al di sotto della rete fognaria e della metropolitana). Un tratto di questi è occupato dalle famose Catacombe, l’Ossario comunale di Parigi, meta ogni anno di oltre 150.000 visitatori. La storia di questi intricati labirinti è forse ancor più antica della città che li sovrasta. In epoca romana queste erano le cave di pietra da cui si estraevano materiali (soprattutto gesso e pietra calcarea ) impiegati per costruire molti edifici e monumenti della capitale francese. Per alcuni secoli l’estrazione si svolse in maniera continua ed indiscriminata, finchè Luigi XVI la regolamentò nel XVIII secolo con l’istituzione dell’Ispettorato Generale delle Cave che aveva il compito di effettuare interventi di consolidamento per la messa in sicurezza degli edifici in superficie. Non capitava di rado infatti che si verificassero dei crolli (alcuni dei quali anche in tempi recenti), che spesso portavano alla sparizione di interi tratti di gallerie.

Nei secoli cunicoli e cavità fecero da scenario ai momenti più convulsi della storia di Parigi: nascondiglio per fuggiaschi ed insorti, ricovero per clochard, covo per la malavita. Durante la seconda guerra mondiale i tedeschi vi costruirono bunker anti aerei, mentre la resistenza parigina vi insediò il proprio quartier generale all’indomani della Liberazione. Oggi, ad esclusione delle Catacombe, l’accesso alle gallerie è vietato dalle autorità parigine anche se in tanti vi si introducono illegalmente. Sono i cataphiles, gli appassionati delle catacombe e del mondo sotterraneo in genere, tanto da sfidare la legge pur di esplorare questi luoghi. Una passione ed una curiosità da sempre condivisi dall’uomo. In passato Carlo X, signore di Artois, Francesco I, imperatore d’Austria e lo stesso Napoleone III vollero visitare le Catacombe.

Fu il luogotenente generale di polizia Lenoir che pensò di realizzare un immenso ossario proprio nelle vecchie cave, ordinando al contempo la chiusura dell’antico Cimitero des Innocents. Quest’ultimo (detto anche Carnaio degli Innocenti) sorgeva nel distretto di Les Halles nell’area che oggi è occupata dall’omonimo Mercato. La sua chiusura fu resa necessaria in seguito al crollo di uno dei muri perimetrali dovuto alla formazione dei liquami provenienti dai cadaveri. Ricordiamo che fino al seicento (quando in Francia vennero emanate le prime leggi in materia di cimiteri) il metodo di sepoltura più diffuso era quello della fossa comune: i cadaveri (fino a 1500) venivano accatastati uno sull’altro, coperti solo da un pietoso sudario. La mortalità in quest’epoca era altissima, dovuta a guerre, malattie ed epidemie che mietevano migliaia di vittime. Nell’arco di breve tempo quindi la situazione igienica in prossimità delle fosse diventava drammatica con rischi gravissimi per la salute pubblica. Tra l’altro i cimiteri sorgevano in prossimità delle chiese, proprio dove ruotava la vita della comunità. In quell’occasione la popolazione di Parigi protestò vivamente, lamentandosi dell’aria mefitica, irrespirabile. Si racconta che dopo il crollo resti di cadaveri furono rinvenuti da un oste sceso a spillare il vino nella sua cantina.

Le Catacombe vennero consacrate ufficialmente nell’aprile del 1786, diventando l’ossario generale dei cimiteri di Parigi. Solo per dare un’idea della quantità di resti umani che l’Ossario conserva basta dire che la traslazione degli stessi dal Cimitero degli Innocenti si protrasse per ben due anni (dal 1786 al 1788) mentre fino al 1814 continuarono ad affluirvi i resti di tutti i cimiteri di Parigi, che dopo l’editto di Napoleone del 1604 non potevano più esistere all’interno delle mura cittadine.  Il tratto occupato dalle Catacombe si dipana per circa 3 km. L’ingresso si trova in Place Denfert-Rochereau: vi si accede attraverso una ripida e stretta scala a chiocciola (la visita è sconsigliata a chi soffre di claustrofobia). L’atmosfera è irreale, immersa nel silenzio, rotto solo dal bisbiglio e dal fruscio dei passi dei visitatori. E’ davvero come passare dalla Vita all’Ade… L’ingresso alla galleria è sovrastato da una scritta che recita: Fermati! Qui è il Regno della Morte!  I resti umani sono sistemati lungo i corridoi delle gallerie fiocamente illuminate: migliaia di crani, ossa, femori e tibie disposti in maniera quasi “artistica”, confusi tra loro nell’anonimato della Morte. Decine e decine di orbite vuote osservano il visitatore dall’infinita oscurità del passato; teschi senza nome e senza storia, cui fu impossibile dare un’identità. Qua è là alcune iscrizioni su lastre in marmo (una anche in italiano) ricordano l’ineluttabilità della Morte e conferiscono un senso di solennità a questi luoghi. Qualunque sia il rapporto che abbiamo con il mondo dei defunti inserire la visita alle Catacombe nel nostro itinerario si rivelerà non solo un motivo di arricchimento culturale ma anche un particolare momento di riflessione.

La frase che si trova all’ ingresso delle Catacombe è significativa e induce come detto a un momento di riflessione e di preghiera.
Migliaia di scheletri ci ricordano migliaia di vite che non ci sono più.
Molti saranno passati a miglior vita e tanti altri staranno soffrendo le pene dell’ inferno.
Tutti meritano le nostre preghiere perchè la misericordia e il perdono di Dio siano sempre più grandi, per loro, per tutti i defunti passati e futuri e per tutti noi. Camminiamo verso il Paradiso nella stretta via che il Signore ci ha indicato.

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